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Intervista ad Alessandro Gogna

gognablog

Erano i primi mesi del 2019 quando decisi che il progetto online doveva crescere e avere una marcia in più, per offrire sempre contenuti migliori e aggiornati per tutti gli aspiranti rifugisti.

Così avevo notato, con grande interesse personale, interviste e video-interviste che seguivo su altri progetti online, tanto da volerle riproporre con personaggi importanti e famosi sul tema montagne e rifugi.

La prima “grande” figura che mi venne alla mente fu certamente Alessandro Gogna www.gognablog.it alpinista e divulgatore di fama internazionale. Lo contattai ed organizzammo subito un appuntamento telefonico per una intervista, una semplice chiaccherata sull’importanza della figura del gestore di rifugio secondo la sua esperienza.

sito alessandro gogna

INTERVISTA

IO: Ciao a tutti, oggi sto intervistando Alessandro Gogna, che molti sicuramente conosceranno. Ciao Alessandro, lascio a te subito la parola per una breve presentazione per capire meglio chi sei.

GOGNA: E’ da circa sessant’anni che giro per le montagne e non mi sono ancora stancato di farlo, questa è la cosa divertente. Ho avuto anche molta fortuna mentre altri che purtroppo non ci sono più ne hanno avuta di meno, altri ancora ne hanno avuta invece di più di fortuna. Credo che l’alpinismo, e la frequentazione della montagna, sia la cosa più bella del mondo e vorrei che continuasse ad essere vissuta dalle persone che veramente la amano. Questo è chi sono io: ho vissuto sempre di montagna, senza mai diventare ricco, e credo di aver contribuito, anche con il lavoro che sto continuando a fare in questi ultimi anni, alla diffusione e alla crescita culturale nel campo della montagna sia da parte di coloro che la praticano sia anche da coloro che la abitano.

IO: Non sono tante le persone che oltre a vivere la passione per la montagna poi hanno anche voglia di raccontarla nelle diverse forme. Il nostro sito internet, il nostro blog, parla della figura del gestore di rifugio, non dei rifugi e delle strutture perché di quello c’è tanto in internet. Ho visto però che manca un riferimento rispetto alla nostra professionalità del gestore di rifugio e ho voluto chiedere a te, anche se non sei mai stato gestore di rifugio, in qualità di  persona molto esperta di montagna una tua riflessione. La domanda che sorge spontanea è: Dal tuo punto di vista, chi è, in un brevissimo racconto o descrizione, il gestore di rifugio?

GOGNA: Ho conosciuto tanti gestori di rifugi, di alcuni sono stato e sono tutt’ora amico, altri un po’ più superficiali, altri invece si dimenticano. Il mondo della custodia dei rifugi è ampio e variegato, come lo è il mondo del lavoro, da esterno frequentatore posso dire che in tutti questi anni sia cambiato di molto. Non voglio dire né in bene né in male, ma se oggi la categoria dei rifugisti ha da lamentarsi sappia che si lamentavano anche quelli di quarant’anni fa, ma diverse lamentele di oggi sono molto giustificate.

IO: Possiamo entrare un po’ nel dettaglio facendo qualche esempio? Soprattutto di come è cambiata la fruizione del rifugio e di conseguenza come stanno cambiando, in alcuni casi, anche le gestioni.

GOGNA: Quello che è cambiato prima di tutto è il mondo dei frequentatori della montagna, prima ancora dei custodi. Dal punto di vista quantitativo c’è un aumento di frequentazione sui sentieri e nei rifugi, non dei pernottamenti, ma sicuramente rispetto a decenni fa sono aumentati i numeri dei turisti della montagna, che siano alpinisti ma soprattutto escursionisti. Questo è andato di pari passo con una evoluzione, qualcuno pensa ad una involuzione, del modo di vedere e sentire la montagna. Oggi c’è molta attitudine al consumo, a quello che viene proposto in modo allettante con delle immagini, ma quello che manca è la profonda esperienza che una volta era garantita, anche solo per andare a fare una gita e raggiungere un rifugio. Non che proprio non ci sia questa esperienza, ma sicuramente è diminuita a causa della mentalità moderna legata al “prendi e fuggi”, così viene meno il rispetto fondamentale per la montagna e la natura. Oggi la percezione della sua grandiosità si è ridotta e in alcuni casi viene sminuita, come ogni attività che le è complementare e come per esempio la gestione di un rifugio. Una volta il rifugio era visto quasi come fosse un luogo di culto perciò con un grande rispetto di fondo, dove si facevano anche confusione e divertimento, ma sempre con rispetto; mentre oggi i rifugi si stanno trasformando sempre più in piccoli hotel di alta quota dove inseguire le pretese dei clienti che non conoscono le difficoltà per inseguire tutte le possibili richieste. Senza inoltre parlare di tutte le questioni legate alla sicurezza e alla eco-gestione, che una volta non esistevano, (fosse, immondizie) e che sono costate lotte e battaglie per migliorare la situazione ma che oggi comporta certamente doveri e costi che si aggiungono alle pastoie burocratiche che possono definirsi le lamentele tipiche di un rifugista. E le richieste di alcuni clienti ……. dove li prenderesti a sberle.

IO: Noi gestori abbiamo un lungo elenco di aneddoti divertenti che ci raccontiamo e che forse un giorno inseriremo in un libro dei rifugisti. Per ultimo prima di salutarti e ringraziarti, dopo aver fatto una riflessione sui clienti turisti in montagna e sui comportamenti di ieri e di oggi in montagna, siccome il blog parla agli aspiranti gestori e ai curiosi spettatori della nostra professione, cosa potresti consigliare all’aspirante gestore e al nostro progetto Il Rifugista.it ?

GOGNA: Senza esperienza diretta nella gestione di un rifugio, parlo da esperto e osservatore di montagna: se penso a chi vuole provare a gestire un rifugio, la prima e fondamentale questione da affrontare è quella di aver fatto una precedente esperienza, provare almeno una stagione a lavorare in un rifugio come apprendista aiutante prima ancora di esserne responsabile, per capire se veramente si è portati per il lavoro in questione. Anche a fronte di diverse esperienze molto negative che si sono verificate nella gestione di alcuni rifugi da parte di chi è aspirante e da parte di chi seleziona il futuro gestore.

IO: Visto che stiamo toccando questo tema, aggiungo la mia calzante esperienza personale, perché sono arrivato a gestire il mio rifugio subentrando a quello che era il gestore “ufficiale”, colui che aveva vinto il bando. Infatti dopo pochi giorni dall’apertura ha lasciato, perché solo dopo aver sperimentato in rifugio ha compreso il suo errore fondamentale di scelta. Ma voglio aggiungere che prima del suo, l’errore di scelta è da imputarsi alla sezione proprietaria che lo ha selezionato in una rosa di altri candidati, sulla base della sua esperienza solo ristorativa e forse avendo offerto un affitto più elevato. Io ne sono attualmente il gestore da oltre dieci anni e anche altri candidati sono diventati rifugisti di altre strutture.

GOGNA: Vorrei chiudere con una battuta: dopo questo progetto online per gli aspiranti gestori di rifugio, uscirà un sito di cui faranno parte tutte le sezioni del Club Alpino o altri enti proprietari di rifugi, che si metteranno insieme per capire come è meglio giudicare e selezionare gli aspiranti gestori.

IO: Auspicabile! Grazie Alessandro, avremo modo di tenerci in contatto e scambiarci altre informazioni sui nostri rispettivi blog legati alla montagna.

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