La prima ricerca su Google inerente alla professione del rifugista è proprio riferita a questa domanda:
Come diventare gestore di rifugio?
Ho pensato a come poter dare una mia risposta, la migliore per chi è aspirante rifugista, dettagliata e complessa allo stesso tempo, ed è nato così tutto il progetto online IlRifugista.it
Come diventare gestore di rifugio?
come diventare rifugista, gestire un rifugio sono le domande che racchiudono l’obiettivo principale, raggiunto dall’inizio nel 2018 con una semplice catalogazione degli articoli migliori scovati sul web a partire dalle pagine del mio blog
e dal primo articolo “ufficiale” del CAI tratto dallo Scarpone qui per esempio inserito nel blog:
– E’ necessario essere in possesso dei requisiti previsti dalle leggi:
Diversi lettori desiderosi di assumere la gestione di un rifugio si rivolgono alla redazione con la speranza di conoscere eventuali opportunità offerte dall’arcipelago delle strutture del CAI. Impossibile accontentarli. Non esiste un registro aggiornato sull’argomento, eventuali bandi di concorso vengono via via pubblicati sui notiziari sezionali o messi in rete o divulgati in altro modo. Agli aspiranti gestori dedichiamo tuttavia questa serie di indicazioni della Commissione rifugi che traccia un quadro molto realistico della situazione, in modo che eventuali opportunità non li trovino impreparati.
Brevi informazioni per aspiranti gestori:
Caratteristiche personali
• Passione per la montagna: motivazione che non ha necessità di commenti
• Spirito di sacrificio: anche se in generale l’attività si svolge nell’arco di pochi mesi, la vita in quota, in completo isolamento nella maggior parte dei giorni di apertura del rifugio, richiede buon stabilità psicologica.
• Buona salute: l’attività si svolge prevalentemente a quote anche elevate. L’ipertensione e le patologie cardiache non sono di casa. L’attività e la conduzione (spesso faticosa) del rifugio è certamente per gente giovane e robusta.
Richieste CAI (da parte della sezione proprietaria): preferenza per guide alpine o persone di provata competenza alpinistica, persone residenti in aree montane circostanti con conoscenza della zona territorialmente interessata dal rifugio
Richieste burocratiche. Possesso dei requisiti previsti dalle leggi e regolamenti vigenti, anche locali (permessi sanitari, ecc.) per attività commerciali e di ristorazione. Attualmente alcune regioni sulla base di proprie leggi specifiche sui rifugi richiedono particolari caratteristiche ai potenziali gestori che dovranno esercitare sul proprio territorio. La Regione Piemonte, per esempio, organizza corsi per gestori da inserire in un proprio albo professionale. Ogni regione ha specifici regolamenti. E’ quindi consigliabile informarsi presso gli uffici competenti della regione dove si vorrà svolgere l’attività per meglio conoscere quali “titoli ed esami” si dovranno affrontare. Spesso le sezioni proprietarie dei rifugi, in caso di ricerca di un nuovo gestore, emanano regolari bandi di concorso pubblicati sulla stampa locale o anche su quella sociale CAI. Nel bando, solitamente, vengono elencate tutte le caratteristiche personali richieste per poter partecipare alla gara.
Commissione Rifugi del Club Alpino Italiano
APRIRE UN RIFUGIO IN MONTAGNA
Se anche tu sei stanco della frenesia della vita quotidiana, se anche tu sei stanco del traffico, dello smog e del caos cittadino e se anche tu vuoi trovare la pace e la tranquillità vivendo a contatto con la natura, immerso nel verde e respirando aria pulita questo è l’articolo che fa per te perché vi spiegherò come aprire un rifugio in montagna.
Va innanzitutto detto che aprire un rifugio in montagna richiede sacrifici, passione e tenacia per superare tutti gli ostacoli a cui si va incontro, ma con la giusta forza di volontà riuscirete a raggiungere il vostro obbiettivo.
TIPI DI RIFUGIO
Prima di tutto dovete scegliere se volete aprire un rifugio in montagna privato o prenderne uno in gestione dal CAI (Club Alpino Italiano). Il primo tipo è del tutto simile ad un ristorante, potete comprarlo, prenderlo in gestione o farvi assumere come dipendente; per il secondo genere di rifugio invece vengono fatti dei bandi di assegnazione dove l’interessato presenta le proprie referenze e avanza una proposta, dopodiché sarà il CAI stesso a decidere a chi assegnare il rifugio. Una volta ottenuto, il nuovo gestore dovrà pagare un canone e da li in poi gestire il rifugio in proprio, ma applicando tariffe imposte dal CAI. Il gestore dovrà anche stipulare un contratto dove saranno stabiliti i diritti e i doveri del primo, nonché i termini per una corretta ristorazione e la giusta pulizia.
Al momento il CAI possiede 432 rifugi, 244 ricoveri più piccoli con lo stretto necessario per riposarsi e un altro centinaio di strutture. Ogni rifugio CAI ha un tariffario prestabilito che il gestore è tenuto ad esporre. I prezzi oscillano dai 10 euro (per i soci) fino ad arrivare a circa 30 euro (per i NON soci) per un posto letto con coperte. Per la mezza pensione vanno aggiunti altri 10/15 euro a seconda del rifugio ed in alcuni casi ulteriori 3 euro per lo smaltimento dei rifiuti. Nei rifugi CAI non esiste obbligo di consumazione ma certo è che se al cliente viene offerta una cucina variegata con porzioni giuste ed a prezzi ragionevoli l’ incasso potrebbe risentirne in maniera molto positiva.
Se decidete invece di affidarvi ad un rifugio privato sappiate che gli affitti annuali passano dai 6.000 euro, per un rifugio piccolo con pochi posti letto e con scarsa affluenza, fino ad arrivare a 60.000 euro per quelli più grandi, con grande passaggio e molti posti letto.
Nel periodo estivo i rifugi sono meta di escursionisti che vi si fermano per rifocillarsi e riposarsi dalle escursioni ed in rari casi si fermano per una notte; durante l’ inverno invece è più facile che gli amanti della montagna decidano di fermarsi per il week-end. Sicuramente sta tutto nelle mani della gestione del rifugio far si che il cliente si trovi bene e decida sia di fermarsi che di tornare, quindi cercate sempre di essere cortesi, ospitali e alla mano (poche parole in più e qualche attimo dedicato al cliente non potrà che fare bene alla cassa del rifugio).
Per aprire un rifugio in montagna non è richiesto alcun titolo di studi particolare, sarebbero comunque utili nozioni di base di gestione alberghiera. Trattandosi di un lavoro particolare, in un luogo particolare ed in condizioni particolari il gestore dovrebbe avere determinate caratteristiche, quali:
– carattere forte (resistenza psicologica alla solitudine)
– conoscenza della montagna in generale e delle zone limitrofe al rifugio
– avere una minima esperienza nella gestione di una struttura ristorativa
– conoscere nozioni di primo soccorso
– essere in grado di avvertire tempestivamente i soccorsi
– saper ascoltare, comunicare ed essere ospitali.
Naturalmente, come qualsiasi altra attività, bisognerà aprire una partita IVA; va chiesto il permesso in comune ed in un secondo momento comunicare il tariffario. Dovrete superare i controlli sanitari, ed ottenere la licenza per la somministrazione di cibi e bevande (alcoliche nel caso vi interessasse).
Se avete scelto che questa è la vostra strada e volete aprire un rifugio in montagna appoggiandovi al CAI vi consiglio di:
– scegliere la regione che vi interessa
– scegliere la zona della regione stessa
– rivolgervi alla sede del CAI di quella zona ( andate a questo indirizzo per informazioni: CAI )
– informarvi sui regolamenti vigenti in quella regione
Molte sedi CAI offrono dei corsi di gestione di rifugi al termine dei quali il frequentante verrà inserito in un albo professionale che permetterà un certo vantaggio in caso si decida di partecipare ad un bando di assegnazione.
Vorrei terminare l’ articolo dicendo che aprire un rifugio in montagna sicuramente è la strada giusta per lasciarsi alle spalle tutto il caos e la frenesia della vita quotidiana, ma dovrete essere sicuri della vostra scelta e prepararvi al meglio per l’ avventura che vi aspetta, in ogni caso vi auguro un in bocca al lupo.
La continuazione è avvenuta in un secondo momento con le migliori video interviste a colleghi rifugisti che descrivono il proprio lavoro su YouTube e che si possono vedere qui
Successivamente sono arrivate Le mie interviste audio realizzate a persone importanti sul tema rifugi e rifugisti, e sono sempre in costante aggiornamento. Come potrai notare non essendo affatto “un tecnico” di strumentazione audio e video né di registrazione per il web, ho molto materiale ma non di buona qualità. L’importante però sono i contenuti condivisi di grande valore.
Inoltre si trovano all’interno sezioni dedicate a mie personalissime riflessioni su argomenti importanti come lo studio dei bandi nella sezione NEWS “Rifugi in Gestione” (oggi questa sezione è compresa all’interno del Gruppo Facebook).
Tutto questo materiale, tutti questi contenuti di valore sono consultabili gratuitamente in questo progetto che è nato come blog, e anche oggi dopo diversi anni è l’unico luogo online interamente dedicato alle informazioni utili per l‘aspirante rifugista.
DALLA FINE DEL 2019 E’ FINALMENTE ONLINE SU AMAZON.IT LA VERSIONE CARTACEA DEL MIO LIBRO-MANUALE, NATO COME PDF E POI MOLTO AMPLIATO FINO A OLTRE CENTO PAGINE CON RACCONTI, ESPERIENZE E CONSIGLI PERSONALI